sabato 16 novembre 2013

Le donne di 'ndrangheta

La 'ndrangheta è l'unica mafia ad ave­re un carica sociale riservata alle donne, "la sorella di omertà". 
Boss nell'ombra,le donne sono spietate quanto i loro uomini e non fanno sconti a nessuno.


 Solitamente,collaborano nelle attività illecite, supportando l'organiz­zazione .

Conservano la memoria e tutelano l'onore.Sono le donne ,infatti,ad alimentare  la vendetta ser­bando nel cuore i morti e pretendendo che il sangue venga lavato con altro san­gue.

 Le indagini hanno confermato il ruolo fondamentale della componente femminile nelle associazioni di 'ndrangheta già dal 1882, quando due donne vennero condannate perchè colpevoli di essere "punciute", ovvero affiliate. 
Le donne,sono fondamentali nel portare "ambasciate", cioè messaggi, dal carcere all'esterno, ma ancora più importanti nell'insegnamento della cultura e dei valori mafiosi ai figli. 
Accanto a loro non dobbiamo dimenticare le cosiddette ribelli,ossia quelle donne che hanno avuto il coraggio  di collaborare con la Giustizia,dissociandosi  dall'organizzazione e denunciando membri stessi della propria famiglia.Per tutte,alcuni esempi:
Lea Garofalo,torturata e uccisa  dopo aver denunciato le faide esistenti tra la propria famiglia e quella del compagno.


Giuseppina Pesce, un aiuto per la magistratura dall'interno delle cosche calabresi. 

Non è facile trovare in sé il coraggio di scegliere, di schierarsi contro chi hai amato, hai considerato importante nella tua vita. 

Non è facile schierarsi contro chi hai scoperto essere potente, forte, ma soprattutto senza pietà. 

Giuseppina Pesce è una donna di Rosarno,paese ad altissima densità' mafiosa  ,figlia di Salvatore, capo della potentissima cosca Pesce che ha avuto il coraggio di testimoniare contro le famiglie, all'interno delle quali ha vissuto, permettendo agli organi inquirenti di condurre delle operazioni che hanno portato all'arresto e alla detenzione di alcuni dei suoi familiari, comprese la madre e la sorella. Oggi,con i suoi figli ,vive in località' protetta

Maria Concetta Cacciola che i familiari hanno ucciso con l 'acido muriatico,inscenando un finto suicidio. 

Sono donne ,queste ,che hanno infranto il silenzio preteso dalle cosche e assegnato loro dalla tradizione. 

Credo,comunque,che qualsiasi donna prima di essere moglie ,sia madre e una madre non può' volere il male dei propri figli o la loro morte.

Anche in questo caso,la cultura e la sensibilizzazione giocano un ruolo fondamentale.

Le donne di 'ndrangheta, sono state sottomesse  e dominate prima da un padre ,poi da un marito padrone;non conoscono un'altra realtà .

Le dissociazioni ottenute sono state quasi sempre quelle di donne giovani,diversamente acculturate che hanno capito che cambiare e' possibile e hanno voluto una vita migliore per loro e per i propri figli.







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Riflessione

Coloro che amiamo e che abbiamo perduto,non sono più' dove erano ma sono ovunque noi siamo .

venerdì 15 novembre 2013

Reggio Calabria: finisce la latitanza del pentito pentito- Arrestato Nino Lo Giudice.

L'ex 'ndranghetista pentito ,Nino Logiudice,detto il nano,e' stato arrestato,a Reggio Calabria,ponendo fine alla sua strana latitanza .

Lo  Giudice era scomparso  il 5 giugno da una località protetta in provincia di Macerata,inviando alla Procura di Reggio Calabria due memoriali nei quali,si rimangiava il suo pentimento,ritrattando le confessioni rese in precedenza ,con le quali aveva messo nei guai anche la propria famiglia.

Nei due nuovi memoriali ,inoltre,accusava magistrati e investigatori che,a suo dire ,l'avrebbero costretto a dichiarare il falso! "Una cricca "da lui definita che ,nella sua seconda versione,sarebbe stata composta dall'ex procuratore Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino, dal sostituto Beatrice Ronchi e dall'ex capo della mobile Renato Cortese. 

 La questione ha alimentato veleni tra magistrati e ha gettato ombre inquietanti sul palazzo di giustizia. Ombre che non hanno risparmiato neanche la Direzione nazionale antimafia, prima con l'inchiesta (archiviata) nei confronti del vice procuratore Alberto Cisterna, sospettato di avere rapporti con la cosca Lo Giudice (e per questo trasferito al Tribunale civile di Tivoli), e poi con le accuse mosse a carico del sostituto Gianfranco Donadio..

Vari nodi ora devono essere sciolti.

Quale si rivelera' attendibile la prima o la seconda versione? e perché' Lo Giudice si è' dato alla latitanza?Forse con la sua scomparsa ha voluto proteggere la propria famiglia oppure ha temuto per la propria vita ,oppure non ha avuto il coraggio delle proprie affermazioni o forse delle proprie bugie??Tutte ipotesi che dovranno essere vagliate dagli inquirenti.

So che senza collaboratori di giustizia non avremmo potuto conoscere tante verità' sul l'organizzazione mafiosa ma è' vero anche che non va mai mai dimenticato che i cosiddetti "pentiti" non sono tali a seguito di drammi interiori ma collaborano con la giustizia per pura tornaconto,soldi compresi.

Lo Stato non può' permettersi di essere beffato  e finalmente lo Stato di diritto oggi a Reggio Calabria si è' presa la propria rivincita.

il mio Plauso al Procuratore della Repubblica Cafiero De Raho e a tutta la DDA,alla squadra mobile e al questore di Reggio Calabria e agli uomini dello Sco che sono intervenuti.



Un'inchiesta di Legambiente denuncia l'eccidio in atto nella Terra dei fuochi


Dal 1991 al 2013 sono state censite ben 82 inchieste per traffico di rifiuti che provenienti da ogni parte d'Italia hanno riversato i loro veleni  nelle discariche legali e illegali della Terra dei Fuochi,gestite della criminalità organizzata casertana e napoletana; inchieste che hanno  coinvolto ben 443 aziende: la stragrande maggioranza di queste ultime con sede al centro e al nord Italia.
"In questo quarto di secolo - rileva -Legambiente- circa 410.905 camion carichi di rifiuti hanno attraversato mezza Italia terminando il loro tragitto nelle campagne del napoletano e nelle discariche abusive del casertano. Soltanto l'inerzia diffusa delle istituzioni, la «disattenzione» di chi doveva controllare, e una fitta rete di collusioni e omertà possono aver consentito «l'invisibilità» di una colonna di decine di migliaia di tir. "
Un crimine vero e proprio che risale  alla fine degli anni ottanta,fatto di rapporti tra imprenditoria del nord,camorra e politica.
Un sistema criminale ,mafioso-imprenditoriale che s'è potuto muovere agevolmente grazie alla protezione e complicità di una rete di colletti bianchi, uomini politici, funzionari pubblici, massoni e faccendieri di ogni risma.
 Un sistema ecomafioso, come l'ha definito Legambiente che ha accumulato potere economico calpestando il diritto alla vita.


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Nino Di Matteo scrive a Paolo Borsellino /Onore a questi magistrati !

paolo borsellino"Da giovane e inesperto magistrato avrò forse commesso alcuni errori, ma ho sempre dato tutto per cercare insieme ai miei colleghi la verità. Sono orgoglioso che ancora oggi decine di condanne definitiva all'ergastolo che ho chiesto e ottenuto nei confronti di esecutori mafiosi della strage non vengano neppure messe in discussione.nino di matteoSono soprattutto orgoglioso perché quelle sentenze, grazie anche al mio piccolo contributo, attestano — sulla base di concrete acquisizioni — che la tua morte è stata probabilmente voluta, di certo aiutata, da altri estranei all'area militare di Cosa nostra. Quelle sentenze, quel lavoro di tanti oscuri magistrati, spesso giovani e inesperti, costruiscono ancora la base delle indagini più attuali a Caltanissetta e a Palermo.
In tanti, giudice Borsellino, vorrebbero definitivamente chiudere quel capitolo.Non si illudano. Fino a quando ci sarà anche un solo spiraglio da approfondire, una sola porta da aprire per ricostruire tutta la verità, i magistrati non lesineranno impegno, coraggio e sacrificio. Costi quel che costi, anche eventualmente l'emergere di verità scomode per le istituzioni che rappresentiamo. E questo ciò che possiamo e dobbiamo fare per onorare la tua memoria.
I questi lunghi 19 anni, giudice Borsellino, molte cose, tante situazioni che ti facevano indignare sono rimaste eguali. Forse anche peggiorate. I rapporti tra la mafia e la politica sono continuati, e la loro repressione, la risoluzione di questa piaga mortale, continuano ad essere affidati esclusivamente all'azione della magistratura. Alla possibilità di configurazioni di reati, come se nei reati si esaurisse il disvalore dell'abbraccio mortale tra la mafia e il potere.
La politica non ha fatto nulla per emendarsi e liberarsi per sempre dalla contaminazione criminale. La corruzione dilagante nel nostro paese sta diventando sistema, viene ormai disinvoltamente accettata come inevitabile corredo all'esercizio del potere. Nessuno, al di là delle vaghe parole, sta facendo nulla per porre finalmente un argine ad un fenomeno che grava sempre più sugli onesti e sui più deboli.
Un'ultima cosa voglio dirti, caro Paolo: non ne posso più della stucchevole questione se la tua morte sia servita a qualcosa o sia stata inutile. Guarda tutta questa gente, i giovani, gli anziani, gli uomini, le donne di tutta Italia. Quelli che ancora oggi si emozionano ricordandoti. Quelli che si ispirano nell'impegno quotidiano al tuo impegno. Quelli che hanno trovato il coraggio di sollevarsi dalla rassegnazione guardando al tuo coraggio. Guarda da lassù i tanti italiani, sono di più di quelli che appaiono, che nel silenzio delle coscienze continuano a lottare come tu hai loro insegnato. Ti accorgerai che in ciascuno di loro, in ciascuno di noi, vive ancora la tua anima."



Inviato da iPad

TARDI .....

Meglio tardi che mai?
No,tardi non è' meglio.
Tardi e' tardi !

giovedì 14 novembre 2013

Terra ,Marte e Venere visti da Saturno

Il sistema criminale

Esprimo le mie perplessita' sulle minacce fatte da Riina al pm palermitano Di Matteo .
Ricordiamo per tutti , i delitti di Borsellino e Falcone,dovuti,certo, alla mafia ma non solo.
Mi chiedo ,infatti, quale interesse potrebbe avere il vecchio decrepito Riina ad uccidere Di Matteo e i suoi colleghi,dovendo ,ormai,marcire in carcere fino all'ultimo dei suoi giorni.
Credo,invece, che ad essere in azione ,potrebbe essere il sistema criminale,rischiando di essere smascherato proprio dal processo in corso sulla trattativa Stato-Mafia.
Anche in questo caso,come per le stragi di Capaci e via D'Amelio,la mafia non potrebbe essere che una delle due facce della medaglia che intima a Di Matteo di fermarsi.

IL DUBBIO

Ma sarà, poi,davvero l'ottantenne Riina a minacciare Nino Di Matteo o, invece, il sistema criminale? Ormai l'esperienza ci spinge a diffidare di tutto!

mercoledì 13 novembre 2013

I falsi proclami,i fatti e i silenzi !

Ancora una volta ,ci siamo trovati ad esprimere la nostra solidarieta' a Nino DiMatte, magistrato oggi vittima di un fuoco incrociato da parte non solo della mafia che vuole la sua morte ,ma anche di strutture dello Stato, come il CSM che ha emesso contro di lui dei provvedimenti ad hoc.
Tutti hanno il medesimo scopo : fermalo.
La solidarieta' a lui come ad altri nella sua stessa condizione, sembra quasi un termine retorico,un disco incantato.
La nostra',si sa, e'scontata.
E' quella di altri che manca e che crea silenzi assordanti!
C'i sono,per altro,personaggi che quando avviene un attentato intimidatorio si ripetono come in una litania con attestati quasi sempre formali e ipocriti,utili solo per fare apparire il proprio nome sulla pagina di un giornale.
Noi non apparteniamo a questa specie,non ci uniamo al coro.
La nostra solidarietà' la esprimiamo con i fatti,ogni giorno .
Cionostante ,non nascondiamo la nostra stanchezza.
Da troppi anni ,cambiano i protagonisti,ma la storia si ripete .

SOLIDARIETÀ' A NINO DI MATTEO



Ancora minacce a Nino Di Matteo,questa volta da Totò' Riina in persona.
Secondo un agente della polizia penitenziaria,il boss di cosa nostra avrebbe urlato poche parole  ad un compagno di cella "Di Matteo deve morire e con lui tutti  i pm della trattativa".
Di Matteo che già' dallo scorso agosto era stato sottoposto al massimo livello di sicurezza, rischia ora di essere trasferito, insieme alla sua famiglia,in località' protetta, proprio come Falcone e Borsellino,durante l'istruttoria del maxi processo.
Io credo che a questo punto,non solo la società' civile ma le istituzioni ,la magistratura tutta, CSM  compreso e quella parte sana della politica ,dovrebbe fare rete Intorno a quest'uomo  e al processo in corso.
Di Matteo non va isolato.
Ricordando Falcone: 
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.

Papa Francesco a rischio mafia

Il procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria,Francesco Gratteri, che dal 1989 vive sotto scorta, ha scritto insieme allo storico Antonio Nicaso , un libro intitolato "Acqua Santissima" in cui racconta i profondissimi legami che esistono tra mafia e Chiesa. 
Gratteri ,per  esperienza acquisita sul campo  ,sa come i preti vadano "di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popoplare".
In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ,ha dichiarato che Papa Francesco potrebbe essere nel mirino della mafia,quindi in pericolo.
Secondo il magistrato,Papa Francesco  sta facendo innervosire la  mafia finanziaria, quella che investe, che ricicla denaro e che per anni – afferma  – "si è nutrita delle connivenze con la Chiesa". "Chi finora si è servito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è  agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vaticano. 
Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero e forse ci stanno già' pensando".

Personalmente, non ritengo che Gratteri abbia torto.
Papa Francesco e' un Papa scomodo che si oppone concretamente e non a chiacchiere,ad un sistema consolidato da anni.
La mafia non teme le parole ma diventa feroce quando vede lesi gli interessi finanziari.
E per mafia,certo,non intendiamo lo zotico con la coppola ma i grossi potentati economici gestiti dalla criminalità' organizzata.
Questo Papa non è' soltanto il Papa della gente,umano e disponibile; e' anche un abile politico,di quelli che tanto sarebbero necessari  a questo Paese ma che purtroppo languono.


PAROLE E FATTI

Le parole sono relative,hanno un potere transitorio.
Con le parole si tende a creare come a distruggere,
s'illude o ci si illude.
I comportamenti,però' sono inequivocabili.
Non ci sono alibi che tengono ,
strutture che alla lunga non cedano
E maschere che alla fine non cadano.



Inviato da iPad

Sandro Pertini : Giustizia Sociale e Liberta'

In coscienza, si  può considerare veramente libero un uomo,che ha fame,che è nella miseria,che non ha lavoro. ?
Sarà libero di bestemmiare,di imprecare,ma questa non è libertà...
La libertà senza giustizia sociale e' una conquista vana. 




martedì 12 novembre 2013

NASSIRIYA 12 NOVEMBRE 2003



Il 12 novembre del 2003 alle 10:40 ora locale (le 08:40 in Italia), un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base MSU (Multinational specialized unit) italiana dei Carabinieri situata nel centro di Nassiriya, in Iraq, provocando l'esplosione del deposito munizioni. Tra le macerie morirono 28 persone: 19 italiani (tra cui 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili) e 9 iracheni. 58 furono i feriti.

Le due facce di Milano

Strane cose avvengono a Milano ,città' che appare priva di sensibilità' e in preda all'indifferenza generale.
Giorni fa, una ragazza, a seno nudo ,giaceva abbandonata sul marciapiede vicino alla stazione centrale. 
Si poteva pensare che dormisse ma la la foto scattata  e' interrogatoria.. 
Una cosa e' evidente : il degrado che le sta attorno e l'indifferenza della gente che la guarda senza vedere.
Accanto a lei : una pattumiera,un bicchiere di carta buttato lì, altre schifezze. 
E' allucinante notare come le persone camminino,parcheggino le loro macchine ,sbrighino le proprie cose e passino oltre,come se nulla fosse,,come se fosse normale.

A qualche giorno di distanza,in una lettera aRepubblica , Marianna Meroni ,medico reumatologo ha raccontato un'altra misera esperienza.
Marianna ,da quando era bambina e' affetta da una malattia cronica del sistema immunitario che le provoca ricorrenti crisi di dolore acuto.
Mentre camminava in via Ausonio, vicino alla basilica di Sant'Ambrogio,ha sentito una fitta in petto . Un attacco doloroso durato mezz'ora circa in cui qualcuno ,anche in anonimato ,avrebbe potuto chiamare il 118, . Si è accasciata sul cofano di un'auto parcheggiata lungo la strada in preda a dolori lancinanti. In pieno giorno e in pieno centro, a Milano, ma tutto è passato inosservato. O, forse peggio, osservato e accuratamente evitato dai passanti. 
E' successo proprio accanto ad una scuola, e in quel momento transitavano mamme, nonne, bimbi e ragazzi. 
Nessuno ha prestato soccorso,nessuno si e' preoccupato,nessuno si è avvicinato,nessuno ha chiesto se la malcapitata avesse bisogno di qualcosa,nessuno l'ha aiutata .
Tutti hanno continuato la propria corsa senza minimamente mostrare alcun interesse o stupore,senza interrogarsi.
Marianna racconta di essere stata sfiorata e oltrepassata con noncuranza.  "E pensare ,rileva,che lo stesso malore l'ho avuto a San Diego: in un paio di minuti avevo ambulanza, polizia e passanti pronti a rassicurarmi".
Milano ,invece,si chiude nel proprio individualismo ,e tutti gli altri non contano, non si vedono nemmeno.
Ricordoate l'episodio del tassista ,massacrato di botte ?
Anche in questo caso, nessuno aveva visto ne' sentito niente,nessuna denuncia . 
Un' omertà' non espressione di un sud arretrato e terrone ma della metropoli' per eccellenza; Il che la dice lunga .
Forse e' paura , ma certamente non si può' non denunciare una completa assenza di solidarietà' e un egoismo sconcertante.
E ' questa una Milano che ci lascia attoniti.
Noi conosciamo l'altro volto di questa città',quello delle tante associazioni,del volontariato della cultura.
Due facce della stessa medaglia ,evidentemente in contraddizione e agli antipodi.
Non credo,comunque ,che il fenomeno investa solo Milano.
E' l'uomo in discussione ; e' il non riconoscere l'altro come persona,come proprio simile.
Ormai ,si è' persa la capacità' di stupirsi.
Si corre ,freneticamente,giorno dopo giorno e nella  corsa  si resta orfani della propria anima.
Non si vedono piu' i bisogni degli altri ma solo i propri obiettivi,diventando dei veri e propri automi.
Neanche un morto ammazzato fa più' impressione,la gente non reagisce ' ,come se avesse fatto l'abitudine; preferisce non vedere,chiudersi nel proprio mondo,perché è' più' comodo .
Si fa come lo struzzo,si mette la testa sotto la sabbia e si ci chiude nel proprio privato . Purtroppo,però',viviamo in una società' e non in isolamento e volente o nolente ,ciascuno e' responsabile del suo deterioramento o crescita morale e civile.


lunedì 11 novembre 2013

COMPAGNI DI VOLO

Gli angeli con un'ala sola possono volare alto , solo rimanendo abbracciati

Il Papa e la doppia vita dei cristiani

Corruzione, Papa Francesco: "Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato"

Dopo aver puntato il dito contro i devoti della "dea tangente", Bergoglio ha preso di mira, i "cristiani e i preti corrotti", definendo la loro vita "una putredine verniciata". "Meritano ,ha detto,di essere gettati nel mare con una macina al collo"

Il Papa ha rilevato che tutti siamo peccatori e per questo chiediamo il perdono di Dio,ma chi ha una doppia vita,dichiarando di essere cristiano,non può' essere perdonato.

Non si può ,ha ribadito ,essere come "sepolcri imbiancati,che appaiono belli all'esterno ma dentro sono pieni di ossa morte........."

Insomma,una condanna ferma per coloro che predicano il famoso detto"Farte come dico e non come faccio".
Quante persone hanno un doppio volto,una doppia vita, persone che non si sospetterebbero mai.
Purtroppo tanti , mentre indossano l'abito del moralizzatore ,all'interno sono tutt'altro.
La forma ,personalmente,non l'ho mai amata ma ci sono persone che vivono di questo,disconoscendo l'importanza della sostanza.
E' questa ,gente che si tiene la spazzatura in casa ma che all'esterno mostra i propri salotti.
Le apparenze ingannano....
L'esteriorita' non ha mai contato niente perché' non vera ma effimera.
L'ipocrisia di andare a genuflettersi in chiesa,definendosi cristiano nella forma e non essendolo,poi ,nei fatti ,e' molto più' riprovevole di qualsiasi peccato......
Il problema investe anche gran parte del clero e bene ha fatto Papa Francesco a ricordarlo.
Quando ci si trova difronte  a sacerdoti e prelati corrotti,non si può' tacere.
Questi,più' degli altri ,sono rivoltanti,indossando un abito ed essendo il punto di riferimento di tanta gente di fede.
E' gente che tradisce i codici della Chiesa ,che l'offende, gente connivente con quel peccato che essi denunciano.
Ci sono preti perversi e malati che molestano i minori,preti che vanno a donne ,preti che rubano o che fanno affari,preti che si rendono complici di criminali.
Ricordiamo,per tutti,il caso della parrocchia di Sant'Apollinare a Roma dove e' sepolto De Pretis,famoso boss della banda della Magliana ,perche' benefattore in vita di quella chiesa.
E quanti preti e quante parrocchie e quante feste di patroni o processioni vengono foraggiate da boss mafiosi?
Allora e' il momento opportuno ,io credo , per fare chiarezza ,dandocene questo Papa l'opportunità'.
Bergoglio e' un Papa coraggioso e concreto. 
Lui denuncia l' ipocrisia di una Chiesa peccatrice e formale  perché' esiste e non può' essere nascosta.
Lui questa Chiesa la vuole riformare e lo sta già'  facendo.
Le posizioni assunte per lo Ior,per la pedofilia,i gay,i separati , danno l'esatta dimensione di questo Papa che guarda alla realtà' di una società' in continua evoluzione che non va ulteriormente disconosciuta o condannata ,trincerandosi dietro l'irrazionalita' di regole bigotte,ipocrite e fuori dal tempo.
Papa Francesco sa che solo affrontando la verita' e' possibile per la Chiesa recuperare la credibilita' perduta.


FREE PALESTINE

11 NOVEMBRE 2004-11 NOVEMBRE 2013: YASSER ARAFAT VIVE. 



Non c'è' arcobaleno senza pioggia

Quando stai per mollare,
 fermati un attimo e pensa al motivo per il quale hai resistito fino ad allora.
Rimboccati le maniche,lotta e combatti. 
E quando ciò che desideri sarà tuo, porta una mano al cuore 
e sentirai in ogni singolo battito l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto. 
E se avrai qualche cicatrice non preoccuparti,
 non c'è vittoria senza una ferita di guerra, non c'è arcobaleno senza pioggia .

domenica 10 novembre 2013

Inviato da iPad

REGGIO CALABRIA: Il RITORNO DELLE BOMBE DI NDRANGHETA


Esplosione  in Viale Europa. 
Devastato un altro esercizio commerciale in città 
C'è' un risveglio della strategia terroristica della 'ndrangheta nella citta'di  Reggio Calabria.
Non c'è notte che non vengano date alle fiamme autovetture o esplodano negozi vari.
Le ragioni possono essere diverse .
Con un Comune in dissesto e sciolto per mafia ,le varie cosche non sono in grado di sguazzare in grossi affari;per la crisi ,i commercianti non riescono forse a pagare ulteriormente la rata del pizzo; gli enti vari,ridotti al collasso non garantiscono più'' introiti e coperture;stretta della magistratura e delle forze dell'ordine  e cosi' via...... 
Quando la mafia non si sente,ossia non spara,non innesca ordigni,non dobbiamo erroneamente  pensare che sia sparita; la tregua e' dovuta semplicemente  ad  accordi taciti stabiliti con le Istituzioni tali da garantire i loro business.
E indubbio che le mani sporche dei criminali sulla città,ci sono sempre state .
Ora,però' ,siamo alla guerra.!



Impara a vivere l'essenza della vita

"E allora impara a vivere. 
 Vogliati bene.
Chi ti fa piangere,non merita.
Tagliati una bella porzione di torta con le posate d'argento. 
La vita e' un mistero,scoprilo.
Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi,
I fiori a spuntare in primavera,
Il sole a sorgere e la luna tramontare in cielo.
Vivila la vita.
Canta il tuo dolore e difendila.
Apri gli occhi e respira.
Vedrai le cime dei monti innevate e il verde delle valli.
Affida al mare i tuoi pensieri
e perditi nella sua musica.
Lascia che la vita accada"

Rielaborazione testo a cura di a.m