venerdì 15 novembre 2013

Nino Di Matteo scrive a Paolo Borsellino /Onore a questi magistrati !

paolo borsellino"Da giovane e inesperto magistrato avrò forse commesso alcuni errori, ma ho sempre dato tutto per cercare insieme ai miei colleghi la verità. Sono orgoglioso che ancora oggi decine di condanne definitiva all'ergastolo che ho chiesto e ottenuto nei confronti di esecutori mafiosi della strage non vengano neppure messe in discussione.nino di matteoSono soprattutto orgoglioso perché quelle sentenze, grazie anche al mio piccolo contributo, attestano — sulla base di concrete acquisizioni — che la tua morte è stata probabilmente voluta, di certo aiutata, da altri estranei all'area militare di Cosa nostra. Quelle sentenze, quel lavoro di tanti oscuri magistrati, spesso giovani e inesperti, costruiscono ancora la base delle indagini più attuali a Caltanissetta e a Palermo.
In tanti, giudice Borsellino, vorrebbero definitivamente chiudere quel capitolo.Non si illudano. Fino a quando ci sarà anche un solo spiraglio da approfondire, una sola porta da aprire per ricostruire tutta la verità, i magistrati non lesineranno impegno, coraggio e sacrificio. Costi quel che costi, anche eventualmente l'emergere di verità scomode per le istituzioni che rappresentiamo. E questo ciò che possiamo e dobbiamo fare per onorare la tua memoria.
I questi lunghi 19 anni, giudice Borsellino, molte cose, tante situazioni che ti facevano indignare sono rimaste eguali. Forse anche peggiorate. I rapporti tra la mafia e la politica sono continuati, e la loro repressione, la risoluzione di questa piaga mortale, continuano ad essere affidati esclusivamente all'azione della magistratura. Alla possibilità di configurazioni di reati, come se nei reati si esaurisse il disvalore dell'abbraccio mortale tra la mafia e il potere.
La politica non ha fatto nulla per emendarsi e liberarsi per sempre dalla contaminazione criminale. La corruzione dilagante nel nostro paese sta diventando sistema, viene ormai disinvoltamente accettata come inevitabile corredo all'esercizio del potere. Nessuno, al di là delle vaghe parole, sta facendo nulla per porre finalmente un argine ad un fenomeno che grava sempre più sugli onesti e sui più deboli.
Un'ultima cosa voglio dirti, caro Paolo: non ne posso più della stucchevole questione se la tua morte sia servita a qualcosa o sia stata inutile. Guarda tutta questa gente, i giovani, gli anziani, gli uomini, le donne di tutta Italia. Quelli che ancora oggi si emozionano ricordandoti. Quelli che si ispirano nell'impegno quotidiano al tuo impegno. Quelli che hanno trovato il coraggio di sollevarsi dalla rassegnazione guardando al tuo coraggio. Guarda da lassù i tanti italiani, sono di più di quelli che appaiono, che nel silenzio delle coscienze continuano a lottare come tu hai loro insegnato. Ti accorgerai che in ciascuno di loro, in ciascuno di noi, vive ancora la tua anima."



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