mercoledì 21 marzo 2018

...CERTE MORTI...

Il ricordo di alcuni uomini e di alcune morti va trasmesso perché possa trasformarsi in patrimonio comune.
A loro è stata riservata la parte più difficile, quella di morire.A noi resta un compito molto più facile: diffondere e tutelare quei valori in cui essi credevano e per i quali sono morti.
Il dolore è qualcosa di troppo intimo per metterlo in scena ma anche la sofferenza non può essere fine a se stessa.
Le tragedie e le loro conseguenze, sono parte del privato di ciascuna famiglia ma penso che certe morti appartengano alla società tutta.
Le vittime di mafia non gridano vendetta ma meritano giustizia, una giustizia, il più delle volte, loro negata. Sono circa 950 i morti per mano della criminalità organizzata.
Tra questi, 108 bambini.
Il 21 marzo, primo giorno di primavera, il loro riscatto nella memoria e nell'impegno di ciascuno di noi.
Nel calendario civile della Repubblica questo giorno è dedicato al loro ricordo, in un Paese che ha poca memoria.
Quel lungo elenco di nomi letto nelle piazze, parrocchie, scuole, riapre vecchie ferite mai rimarginate.
Noi familiari delle vittime di mafia siamo testimonianze di storie di vite spezzate, il cui icordo viene sollecitato ad uno Stato sordo. Alcuni come me, hanno imposto memoria, mettendosi in gioco, cercando di dare un senso a ciò che senso non ha, assumendo un preciso impegno nella società, per la società. Quando a morire sono uomini delle Istituzioni, le Istituzioni stesse li ricordano; ma se ad essere ucciso è un cittadino comune, i Palazzi sono distanti, assenti.
Ecco, allora, che nasce la necessità di trasformare la nostra memoria in memoria collettiva, renderla patrimonio comune.
Questo,il nostro impegno.
Un impegno che ha dato uno scopo alle nostre vite ma soprattutto a tante morti, vittime della barbarie mafiosa, esorcizzando una sofferenza senza fine. Loro erano sindacalisti, magistrati, giornalisti, imprenditori, professionisti, sacerdoti, bimbi innocenti, uccisi per vendetta o per aver visto troppo o semplicemente per sbaglio. Sono stati sottratti alle loro famiglie e uccisi per difendere i valori di Giustizia e Libertà.
Noi siamo i loro figli, padri, madri, fratelli, sorelle, la cui vita è stata arrestata, distrutta e reinventata. Siamo uniti da tragedie comuni. Il sangue ha lo stesso colore per tutti, le lacrime, lo stesso sapore. Una parte di noi se n'è andata con loro, l'altra è impegnata nel riscatto della mortificazione di un essere umano, la cui dignità di persona tuteleremo per sempre nella memoria che si è fatta impegno.
LE FERITE, CON GLI ANNI, SI RIMARGINANO, LE CICATRICI RESTANO.

Adriana Musella

21marzo... #MEMORIA #Vittimedimafia #GENNAROMUSELLA

#Ricordati di ricordare
coloro che caddero
lottando per costruire
un'altra storia
e un'altra terra
Ricordali uno per uno
perché il silenzio
non chiuda per sempre
la bocca dei morti
e dove non è arrivata la giustizia
arrivi la memoria
e sia più forte
della polvere
e della complicità

(Umberto Santino)

In America un film su #GianniVersace

Lo ricordo bene ,quando ragazzo aggiustava gli.orli agli abiti delle clienti (me compresa ,allora adolescente) nel negozio di sua mamma cui ripenso con grande affetto...Nella mente ,un vestito viola che I miei mi avevano regalato...E dopo, il trasferimento di Gianni a Milano,poi Santo e infine Donatella.La loro casa e il negozio esistono ancora a Reggio Calabria,ancora li'la fedele Norina .La incontro sempre in chiesa la domenica.Ho pianto quando Gianni e'stato ucciso.Non lo vedevo da anni,ormai,ma rappresentava un legame con la mia gioventu' e con una citta'da cui ,a volte bisogna fuggire per poter essere amati.....

PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE....#Assolta da tutte le accuse Carolina Girasole,ex sindaco antimafia di Isola Capo Rizzuto,dopo anni di.processo.... #LAVERITA'alla fine vince ..ma a quale #PREZZO?