mercoledì 3 settembre 2014

Memoria /3 settembre 1982....un anno crudele che non potremo mai dimenticare!

Era il carabiniere "con gli alamari cuciti sulla pelle" e il prefetto di Palermo che, venuto dal Nord per combattere la mafia, come lui lamento',ebbe gli stessi poteri "del prefetto di Forlì". Oggi, 3 settembre, ricorre il trentennale dell'omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e della moglie Emmanuela Setti Carraro. Il suo agente di scorta, Domenico Russo, perirà in ospedale dopo dodici giorni di coma. Il tragico epilogo di una vita vissuta in prima linea contro la mafia , contro il terrorismo e poi di nuovo contro la mafia, in una Sicilia insanguinata degli anni 80, è riassunto in una drammatica foto che più e più volte è stata riproposta. La "A 112″ ferma sul cordolo del marciapiede e i due corpi straziati all'interno. Ancora adesso  arrivare in via Carini fa male. Dopo l'eccidio, una mano gentile pose il cartello "Qui è morta la speranza dei siciliani onesti". E mentre, quel venerdì 3 settembre 1982, i cronisti iniziavano ad accorrere sul luogo dell' "omicidio eccellente", due soggetti si introducevano, con la scusa di recuperare delle lenzuola bianche per coprire i corpi martoriati, negli uffici della prefettura, mettendoli a soqquadro e sottraendo il contenuto della cassaforte di dalla Chiesa, compresi i suoi diari.

In quel tempo a cadere sul campo sono tutti quegli uomini che, in un modo o nell'altro, si pongono di traverso al sistema ed è in questa direzione che vanno cercate le responsabilità, più o meno dirette, dell'omicidio del generale ,un uomo solo contro il potere,un servitore dello Stato che lo Stato ha abbandonato.



AM