domenica 31 agosto 2014

Politica e mafia

Oggi,nel Mezzogiorno va profilandosi in molti casi una identificazione tra politico e mafioso. In sostanza, spesso il politico non ha bisogno del voto mafioso e il mafioso non ha bisogno dell'appoggio politico per il semplice fatto che le figure si identificano, nel senso che il politico, se necessario, utilizza metodi mafiosi e il mafioso assume il ruolo del politico. E a volte anche quello dell'imprenditore. I rapporti sullo scioglimento dei consigli comunali lo dimostrano con grande evidenza. Superati i tre livelli di Giovanni Falcone, domina la zona grigia illegale senza netta distinzione di ruolo. Capita così anche di trovare mafiosi in contesti cosiddetti
anti-mafia e politici mediatori di affari mafiosi.
Il conflitto inevitabile con lo Stato con cui La mafia è in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) è risolto condizionando lo Stato dall'interno, cioè con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perché venga indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunità sociale.

AM