giovedì 7 novembre 2013

La zona grigia

A parlare per primo di "zona grigia" fu Primo Levi nel suo libro "I sommersi e i salvati" ma non si riferiva a quel grigio che circonda le organizzazioni criminali, ma ai campi di concentramento e alle relazioni col potere esistenti nei Lager.
Definiva la zona grigia come quella zona di coloro che in vario modo collaborano al funzionamento della macchina di potere. "Potere e' morte" rileva il mio amico Gherardo Colombo nel suo bellissimo libro "Il vizio della memori"
Oggi per zona grigia,intendiamo l'area satellitare funzionale alla criminalita' organizzata che favorisce la mafia anche se non è mafia".
La forza delle organizzazioni criminali sta fuori dalla mafia stessa .
E' quella "zona grigia", quello spaccato di società che si instaura nel labile confine di legalità/illegalità e di scelta/non scelta . Professionisti che si collocano tra lo Stato e quello che dovrebbe essere l'antistato, la criminalità organizzata nelle sue mille forme. Politici,burocrati,pezzi delle Istituzioni,a volte di Chiesa fino a quei personaggi che "in segreto" sottobanco decidono le sorti del Paese.
Costoro rappresentano la vera linfa della mafia : " Insospettabili in doppio petto".
Questo e' quello che chiamiamo "Sistema criminale".
"La zona grigia esiste perché tutto è discutibile" secondo Nando Dalla Chiesa , e poi perché spesso i ruoli di responsabilità nella società, sono affidati oltre ai compiacenti anche a chi dà garanzie, a chi preferisce essere indifferente alle dinamiche sociali piuttosto che schierarsi. La logica del potere è la fedeltà. "
La zona grigia,definita anche borghesia mafiosa, funge "da cerniera" e trasforma l'illegale in legale.
Il nostro impegno contro le mafie non è' ne' repressivo ne' giudiziario.
A noi spetta promuovere una cultura alternativa a quella del potere,della rassegnazione,del favore e dell'opportunita'.
A noi spetta creare una coscienza critica e diffondere formazione ed informazione si che i cittadini e soprattutto le nuove generazioni diventino soggetti attivi e responsabili ,facendo ciascuno la propria parte.
Il termine " legalita" e' stato troppo spesso abusato e violentato.
Personalmente non amo l'espressione "Educare alla legalita"preferisco "costruire responsabilità" perché' implica una rete comune.
La responsabilità e' sempre stata alla base della questione morale ,essendo la presa di coscienza, l'unica arma per arginare la zona grigia .
Questo è possibile se ognuno di noi fa risaltare il proprio "bianco" su quel "grigio "più o meno opaco che avvolge la società'.