venerdì 20 novembre 2015

Premio nazionale Antonino Caponnetto 2015

Presentazione della quinta edizione del Premio Nazionale Antonino Caponnetto per la Cultura della Legalità

Adriana Musella, presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia Riferimenti e vittima di mafia, Vincenzo e Augusta Agostino,riceveranno  giovedì 3 dicembre presso la Sala Maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia il Premio Nazionale Antonino Caponnetto per la Cultura della Legalità giunto alla sua quinta edizione.  
Il premio, promosso dal 2010 dalla Fondazione Un Raggio di Luce Onlus, dallaFondazione Antonino Caponnetto dal Centro di Documentazione e di Progetto Don Milani di Pistoia, è dedicato alla memoria di quel grande maestro di giustizia che fu il giudice Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia che negli anni '80 portò a termine il maxi processo di Palermo a Cosa Nostra, ed è rivolto a cittadini italiani che si siano distinti per l'impegno nella promozione e nella difesa dei valori della giustizia e della legalità.

La commissione esaminatricepresieduta da Elisabetta Baldi Caponnetto e composta da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, Paolo Carrara, presidente della Fondazione Un Raggio di Luce Onlus, Mauro Matteucci, responsabile del Centro di Documentazione e di Progetto Don Lorenzo Milani di Pistoia e da Luigi Marini, magistrato pistoiese, già membro del CSM e della Corte di Cassazione, ha voluto riconoscere lostraordinario impegno civile di Adriana Musella e dei coniugi Agostino teso a porre le basi di una cultura per la legalità che coinvolga tutti, partendo dai più giovani, in difesa e per la promozione dei valori di giustizia, cittadinanza attiva e responsabilità.

I vincitori saranno premiati giovedì 3 dicembre dalle ore 17.30 in poi presso la Sala Maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia. 

Premio Caponnetto 2015: i vincitori

Vincenzo e Augusta Agostino

Un padre e una madre, Vincenzo e Augusta Agostino, che da 26 anni attendono la verità sull'uccisione del figlio Antonino, detto "Nino"poliziotto palermitano barbaramente ucciso ucciso il 5 agosto 1989 insieme alla moglie Ida Castellucci incinta di cinque mesi mentre indagava sul fallito attentato dell'Addaura a Giovanni Falcone e sulla cui vicenda è stato apposto il segreto di Stato
Da quella tragica sera le famiglie Agostino e Castelluccio non hanno ancora ottenuto giustizia. Da allora la famiglia di Nino si è battuta, e lo sta ancora facendo, per cercare una verità che lo stato non vuole dare. Negli anni '90 Antonino Agostino e la moglie Ida sono stati riconosciuti vittime di Mafia. Nel 2005 la speranza di Vincenzo di trovare i mandanti, si colora di "buio": dall'alto si decide di opporre sul caso il segreto di Stato, cioè, un vincolo giuridico che determina l'esclusione di una determinata notizia dalla divulgazione, ponendo delle sanzioni nei confronti di chi violi l'obbligo di non divulgazione. 
Da allora Vincenzo Agostino non si è più tagliato barba e capelli e insieme alla moglie, Augusta Schiera, gira l'Italia per far conoscere, soprattutto ai ragazzi, la storia di Nino, chiedere che i suoi assassini abbiano un nome e un volto e difendere e diffondere i principi della legalità e giustizia.

 Adriana Musella
 Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia Riferimenti, ha fatto dell' a ntimafia, una scelta di vita. Una scelta la cui origine scaturisce 25 anni fa, quando suo padre Gennaro, un ingegnere salernitano, viene disintegrato da un'autobomba mafiosa a Reggio Calabria. Da questa tragedia nasce una forza che trasforma un grande dolore in un forte impegno, nell'esigenza di dare un senso a quella morte, ricordandola alle coscienze della gente. 
Fondamentale, nella vita di Adriana, l'incontro con il giudice Antonino Caponnetto che la guida, la sostiene, scende in Calabria e l'affianca. Insieme girano di scuola in scuola; le insegna a parlare ai giovani ma, soprattutto, a ritornare a credere. Sotto la presidenza di Caponnetto, nel 1995, nasce il Coordinamento Nazionale Antimafia, gli si da il nome di "Riferimenti"per le storie che caratterizzano i soci fondatori, ciascuno testimonianza di una violenza subita, ma anche di un conseguente impegno.
Alla morte di Caponnetto assume la presidenza del Coordinamento Antimafia. Numerosi sono stati ad oggi, i riconoscimenti alla sua attività. Attualmente Adriana Musella è membro del Comitato Nazionale per l'educazione alla legalità istituito presso il Ministero dell'Istruzione.