venerdì 10 gennaio 2014

Christian Lezzi per Peppino Impastato


Parole a mezza bocca sguardi bassi e mani
che si stringono ossequiose
nel rispetto spaventato
di quell'uomo senz'amore
prepotente senza onore
ammantato di terrore.
Paura
rassegnazione
supina accettazione
d'un marciume conclamato
da sempre esistito
da tempo vissuto
come un pensiero anchilosato.
Prepotenza che aggredisce le idee
di chi sogna d'esser libero
e non si arrende alla viltà
che colpisce alle spalle
alla legge del più forte
dei vigliacchi senza nome.
Morti come in guerra
sangue per le strade
omertà di coscienze defunte
indifferenza interessata
di chi sente e guarda
e si finge sordo e cieco.
Affari di morte
legalità soffocata
speranza annientata
costretta a pagare
per sognare un domani.
E ti ritrovi
incolpevole giornalista
dilaniato sui binari
additato
come se il male fossi tu
mentre il cancro mafioso
s'allarga e dilaga
a ricoprir di pustole il pianeta
tra coscienze in metastasi
e pochi veri uomini
che non si rassegnano
ad abbassare testa e voce
a posar la penna
per mantener pulito il cuore
per guardare ancora il sole
anche a costo di morire.