martedì 21 gennaio 2014

Terra dei Fuochi, morto il vigile che lottava contro i veleni della Camorra

Lasciato solo a combattere il degrado di una Regione bellissima ma disperatamente abbandonata a se stessa. 

Negli ultimi venticinque anni le bande di camorra hanno commesso più di quatromila omicidi. Numeri da guerra civile. Infatti, non si può più parlare di "fenomeno camorrista". La camorra non ha nulla di occasionale , ne dà segni di debolezza: è un magma sanguinoso e crudele, fatto di malviventi e di bande di criminali rette dal rifiuto congenito di obbedire a un unico comando e a una unica strategia: è una malavita "plurale" dal punto di vista geografico, sociale e politico. Una malavita feroce e arcaica e, nello stesso tempo, postmoderna, con i suoi riti, i suoi culti, i suoi modelli presi dalla televisione e dal cinema, e che esprime persino attraverso cantanti e poeti. Una realtà che vive separata, distante  o isolata, da ogni possibile integrazione economica, civile e culturale con il resto del paese.

Un forte movimento di opinione che investe l'intera Regione non è ancora nato, manca totalmente al Sud la cultura della difesa del territorio, ci emoziona l'impegno del prete anticamorra Don Patricello che con la parte più sensibile delle popolazione più colpita si batte per il recupero di un territorio pesantemente devastato dai rifiuti tossici arrivati da tutta Italia.