domenica 1 dicembre 2013

Antonino Caponnetto

E' un simbolo della lotta alla criminalità organizzata, il giudice Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia di Palermo, composto da Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta, che negli anni '80 istruì e portò a conclusione il maxi processo alla mafia.
Fu testimone della lotta per la legalità attraverso un impegno che lo vide, negli ultimi anni della sua vita, percorrere tutta l'Italia per incontrare gli studenti sui temi della giustizia e della legalità.

Fondamentale il mio incontro con lui.

E' stato un secondo padre e un maestro.

Fu lui ad insegnarmi a parlare ai ragazzi e a convincermi che le battaglie in cui si crede, non saranno mai perse.

Per me,come per altri intimi,era" nonno Nino".

 

Caponnetto scese in Calabria, legittimando il mio impegno,quando si diceva che la mafia non esisteva ed io venivo additata quasi come una visionaria.

Abbiamo girato insieme le scuole di ogni provincia e fondato Riferimenti, un coordinamento antimafia di uomini e donne pronti a dare testimonianza nella società e per la società,testimonianza non solo di sopraffazione e violenza vissuta ma, anche e soprattutto, di reazione.


 Il 2 maggio 1993,a dieci anni dall'uccisione di mio padre,  la prima grande manifestazione antimafia ..

A ogni partecipante  fu consegnato   un fiore, poi depositato sul luogo della strage ; era un 

fiore dallo stelo forte e robusto ,come l'impegno di chi vive in trincea,dal colore giallo, solare come la speranza di un mondo migliore .

Nasceva la Gerbera Gialla, per poi diventare il fiore simbolo della lotta alla mafia,col suo messaggio di memoria e riscatto.