giovedì 5 maggio 2016
Quando ad uccidere è' la cosa pubblica......A REGGIO CALABRIA CON L'AMIANTO SULLA TESTA......MA IL COMUNE SI RENDE LATITANTE...........
REGGIO CALABRIA CON L'AMIANTO SULLA TESTA......
Il bene confiscato ,assegnato all'associazione Riferimenti dal Comune di Reggio Calabria, consta anche di una bella lastra di eternit,IN BELLA POSTA SUL TETTO.
Nonostante le denunzie effettuate all' amministrazione comunale ,proprietaria dell'immobile, e le varie richieste per un pronto intervento di smantellamento ,l'amianto e' ancora li' a minacciare la salute pubblica.
Abbiamo provato più' volte a responsabilizzare l'Amministrazione comunale ma invano.......
SI PUÒ' UCCIDERE IN TANTI MODI......L'eternit è uno dei tanti ma agli amministratori di Reggio Calabria non importa.
Il bene confiscato ,assegnato all'associazione Riferimenti dal Comune di Reggio Calabria, consta anche di una bella lastra di eternit,IN BELLA POSTA SUL TETTO.
Nonostante le denunzie effettuate all' amministrazione comunale ,proprietaria dell'immobile, e le varie richieste per un pronto intervento di smantellamento ,l'amianto e' ancora li' a minacciare la salute pubblica.
Abbiamo provato più' volte a responsabilizzare l'Amministrazione comunale ma invano.......
SI PUÒ' UCCIDERE IN TANTI MODI......L'eternit è uno dei tanti ma agli amministratori di Reggio Calabria non importa.
Il comune di Limbadi si conferma feudo incontrastato della cosca più' potente della 'ndrangheta calabrese...i Mancuso....
Rapporti 'ndrangheta politica.
Chiesto lo scioglimento del comune di Limbadi....
Chiesto lo scioglimento del comune di Limbadi....
martedì 3 maggio 2016
Memoria........Moriva cosi' Gennaro Musella......mio padre.....
Quel giorno, Gennaro Musella, scese come al solito di casa, solo per un fortuito caso, senza la compagnia del caro nipotino Saverio,mio figlio, che ogni mattina era solito accompagnare a scuola.
Qualche giorno dopo, avremmo dovuto felicemente festeggiare il suo compleanno, ma non avevamo fatto i conti con il destino crudele.
Erano le otto e venti del 3 maggio1982:
Pochi metri, l'apertura della portiera, la messa in moto , il boato assordante .
La città tremò come scossa da un terremoto : mio padre veniva disintegrato da una potentissima carica di tritolo posizionata sotto il sedile di guida.
Il buio pesto, livide fiamme di fuoco, l'auto si accartocciò su se stessa,volando in aria per poi tornare al suolo , mentre l'urlo straziante della gente in strada si alzava in cielo, come grido lacerante di dolore.
Sull'asfalto si formò una voragine che ancora oggi ,quando piove molto, riaffiora.
Una colonna di fumo nero, fitto, saliva verso il cielo, circondando gli edifici ,mentre del corpo dilaniato e sventrato dell'uomo, non esisteva più nulla.
I suoi occhi spalancati sembravano essere quasi increduli.
Di lui rimase solo un tronco monco ;il cervello spappolato fu trovato appiccicato sul muro di un edificio della via antistante,una mano raccolta sull'asfalto.
Moriva così mio padre, Gennaro Musella, moriva in una terra non sua ma che aveva imparato ad amare.
Dopo appena due giorni, avrebbe compiuto 57 anni.
In un attimo di follia,.la distruzione di un corpo,di una vita,di una famiglia che da ieri ad oggi non ha smesso mai di pagare le conseguenze di quella tragedia.
Qualche giorno dopo, avremmo dovuto felicemente festeggiare il suo compleanno, ma non avevamo fatto i conti con il destino crudele.
Erano le otto e venti del 3 maggio1982:
Pochi metri, l'apertura della portiera, la messa in moto , il boato assordante .
La città tremò come scossa da un terremoto : mio padre veniva disintegrato da una potentissima carica di tritolo posizionata sotto il sedile di guida.
Il buio pesto, livide fiamme di fuoco, l'auto si accartocciò su se stessa,volando in aria per poi tornare al suolo , mentre l'urlo straziante della gente in strada si alzava in cielo, come grido lacerante di dolore.
Sull'asfalto si formò una voragine che ancora oggi ,quando piove molto, riaffiora.
Una colonna di fumo nero, fitto, saliva verso il cielo, circondando gli edifici ,mentre del corpo dilaniato e sventrato dell'uomo, non esisteva più nulla.
I suoi occhi spalancati sembravano essere quasi increduli.
Di lui rimase solo un tronco monco ;il cervello spappolato fu trovato appiccicato sul muro di un edificio della via antistante,una mano raccolta sull'asfalto.
Moriva così mio padre, Gennaro Musella, moriva in una terra non sua ma che aveva imparato ad amare.
Dopo appena due giorni, avrebbe compiuto 57 anni.
In un attimo di follia,.la distruzione di un corpo,di una vita,di una famiglia che da ieri ad oggi non ha smesso mai di pagare le conseguenze di quella tragedia.
lunedì 2 maggio 2016
domenica 1 maggio 2016
"MORIRE DI MAGGIO.......CI VUOLE TANTO .....TROPPO CORAGGIO"
Maggio racchiude una contraddizione intrinseca essendo il mese della rinascita ma nel contempo,riportando alla mente quasi in ogni suo giorno un eccidio,dalla strage di Portella delle Ginestre a Scaglione,da Gennaro Musella al capitano Basile , da Peppino Impastato a Simonetta Lamberti,da Falcone e le vittime della strage di Capaci a quelle dei Georgofili,da Gianluca Congiusta alla piccola Mariangela Ansalone ........
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