sabato 1 agosto 2015
La piu' grande conquista di un essere umano e' la liberta' .......costa si ma non ha prezzo......Si e' forti solo quando si e' liberi.....
Non mi sono mai sentita sola, perche' sono una persona libera..posseggo liberta' di pensiero cosa che dona dignita'.....Non ho mai venduto la mia testa ,il mio cuore ne' tanto meno la mia dignita'....Sono libera perche' posso permettermi di dire quello che penso e di fare quello che voglio ..di rispondere alla mia coscienza e a nessun altro...Sono libera perche' me ne infischio del giudizio della gente...e delle opinioni altrui....Sono libera perche' della mia sorte giusta o sbagliata che sia ,decido io....Sono libera perche' non subisco i dictat di nessuno e rifiuto i padroni......Sono libera perche' non ho riserve ne' remore o schemi fissi e precostituiti che ingabbiano il mio cervello.La mia vita e' proprieta' esclusiva ...appartiene a me soltanto e me la gestisco come meglio mi pare......Sono libera di essere libera e questa liberta' non ha prezzo....
AM
MI SEMBRA CHE ORA SI STIA DAVVERO ESAGERANDO.... PER RENZI EVIDENTEMENTE LA POLITICA ESULA DAL PROBLEMA..........
RENZI SU AZZOLINI :
'Senato non è passacarte pm'.
(COSI' PARLO' ZARATHUSTRA)
Azzollini con una nota ansa definisce esemplari le Parole di Renzi ...........(NON CI MERAVIGLIA).........
Il Presidente della giunta per le immunita' del Senato ,Stefano,giudica 'Imbarazzante e superficiale'il punto di vista del Premier.......
E NOI?.......
'Senato non è passacarte pm'.
(COSI' PARLO' ZARATHUSTRA)
Azzollini con una nota ansa definisce esemplari le Parole di Renzi ...........(NON CI MERAVIGLIA).........
Il Presidente della giunta per le immunita' del Senato ,Stefano,giudica 'Imbarazzante e superficiale'il punto di vista del Premier.......
E NOI?.......
venerdì 31 luglio 2015
giovedì 30 luglio 2015
Acido muriatico la nuova frontiera del suicidio di chi vuole vuotare il sacco
....Guarda caso cosi' muore Tita Buccafusca,moglie del boss Pantaleone Mancuso,presentatasi in una casrma dei carabinieri con l'intento di pentirsi,cosi' Maria Concetta Cacciola,testimone di Giustizia,cosi' Orsola Fallara...,dirigente sotto accusa del Comune di Reggio Calabria,dopo una conferenza stampa...
STRANE COINCIDENZE...
AM
IMMUNITÀ ....la più' grande invenzione della criminalità' politica.....
ILLEGALITA' PORTE APERTE
Azzolini la fa franca alla faccia della questione morale ,il Senato vota contro il suo arresto...come dire.. "Licenza di delinquere".....
SENZA VERGOGNA!
Azzolini la fa franca alla faccia della questione morale ,il Senato vota contro il suo arresto...come dire.. "Licenza di delinquere".....
SENZA VERGOGNA!
mercoledì 29 luglio 2015
QUEI TERRIBILI ANNI 80.........
Erano gli anni dei corleonesi di Liggio e dei padri della lotta alla mafia. Erano gli anni in cui uomini come Boris Giuliano, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Calogero Zucchetto, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Carlo Alberto dalla Chiesa ed altri stavano cercavano di sconvolgere il sistema che fino all'ora aveva vissuto sulla placida convivenza con la criminalità organizzata. Era l'epoca in cui si parlava della morte della vecchia mafia ma nessuno voleva parlare della nuova che in realtà altro non era che la stessa che cavalcava l'onda dei 'piccioli' e della crescita economica. Gli appalti, l'oro bianco, l'alta finanza.
Era l'inizio della lunga lista di padri e madri della patria abbandonati sul campo di battaglia e mandati a morte sotto i feroci colpi della mafia. Nel giro di pochi anni, infatti, Cosa nostra aveva messo a punto una vera e propria mattanza di servitori dello Stato e giornalisti.
Il boato
Era il 1983. Venerdì 29 luglio, ore 8.05. Il capo dell'ufficio istruzione di Palermo Rocco Chinnici saluta il portinaio del condominio in cui abita. Via Federico Pipitone avvolta dal caldo torrido di fine luglio e dagli odori e rumori palermitani è sempre la solita. Chinnici esce di casa. Un uomo preme un pulsante. Un boato. Un istante lungo un sospiro e la via si trasforma nell'inferno. Sirene spiegate, ambulanze, urla, macerie, vetri e mura frantumate, un immenso cratere profondo e nero ha preso il posto della macchina del giudice. La mafia aveva colpito ancora, e lo aveva fatto nel modo più vigliacco e sensazionale che poteva. Un' autobomba, la prima di una lunga serie, aveva spazzato via Rocco Chinnici, i due agenti della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portinaio del condominio Stefano Li Sacchi. Zero probabilità di errore perché questo giudice testardo che aveva intuito troppe cose andava cancellato.
Era l'inizio della lunga lista di padri e madri della patria abbandonati sul campo di battaglia e mandati a morte sotto i feroci colpi della mafia. Nel giro di pochi anni, infatti, Cosa nostra aveva messo a punto una vera e propria mattanza di servitori dello Stato e giornalisti.
Il boato
Era il 1983. Venerdì 29 luglio, ore 8.05. Il capo dell'ufficio istruzione di Palermo Rocco Chinnici saluta il portinaio del condominio in cui abita. Via Federico Pipitone avvolta dal caldo torrido di fine luglio e dagli odori e rumori palermitani è sempre la solita. Chinnici esce di casa. Un uomo preme un pulsante. Un boato. Un istante lungo un sospiro e la via si trasforma nell'inferno. Sirene spiegate, ambulanze, urla, macerie, vetri e mura frantumate, un immenso cratere profondo e nero ha preso il posto della macchina del giudice. La mafia aveva colpito ancora, e lo aveva fatto nel modo più vigliacco e sensazionale che poteva. Un' autobomba, la prima di una lunga serie, aveva spazzato via Rocco Chinnici, i due agenti della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portinaio del condominio Stefano Li Sacchi. Zero probabilità di errore perché questo giudice testardo che aveva intuito troppe cose andava cancellato.
martedì 28 luglio 2015
lunedì 27 luglio 2015
Intercettazioni/Proposta legge bavaglio alla verita'.....regalo dello Stato ai criminali......
MAFIA ABROGATA PER LEGGE
Gratteri «Noi sproniamo continuamente i cittadini a collaborare con lo Stato nella lotta alle mafie, chiediamo che denuncino, che non siano omertosi. E' davvero molto grave lanciare il messaggio che lo Stato adesso vuole l' opposto, ovvero punire l'imprenditore che ha la prontezza di registrare col cellulare chi lo minaccia o gli chiede il pizzo. Anche perchè gli avvertimenti avvengono una volta sola, poi arrivano le bombe».«Questa proposta è un grande deterrente per chi vuole aiutarci nella lotta alle mafie: non vi è maggiore tutela del privato, non vi è tutela delle indagini. In più lede il diritto di informazione», dice Gratteri. Sui tre mesi di durata dell' inchiesta, «una cosa del genere segnerebbe la fine delle indagini per mafia. Tre mesi non bastano neppure per dimostrare un'estorsione. Siamo al ridicolo. Ho avuto modo di vedere da vicino come lavora il Parlamento: sembra un lavandino otturato. Ci sono troppe riforme, troppi decreti legge che ingolfano tutto, e tante proposte sullo stesso tema. Anche se poi si arena tutto. In questo caso - sottolinea Gratteri - c'è da sperarci. Le norme di cui stiamo parlando sarebbero un gran regalo alle mafie».
Gratteri «Noi sproniamo continuamente i cittadini a collaborare con lo Stato nella lotta alle mafie, chiediamo che denuncino, che non siano omertosi. E' davvero molto grave lanciare il messaggio che lo Stato adesso vuole l' opposto, ovvero punire l'imprenditore che ha la prontezza di registrare col cellulare chi lo minaccia o gli chiede il pizzo. Anche perchè gli avvertimenti avvengono una volta sola, poi arrivano le bombe».«Questa proposta è un grande deterrente per chi vuole aiutarci nella lotta alle mafie: non vi è maggiore tutela del privato, non vi è tutela delle indagini. In più lede il diritto di informazione», dice Gratteri. Sui tre mesi di durata dell' inchiesta, «una cosa del genere segnerebbe la fine delle indagini per mafia. Tre mesi non bastano neppure per dimostrare un'estorsione. Siamo al ridicolo. Ho avuto modo di vedere da vicino come lavora il Parlamento: sembra un lavandino otturato. Ci sono troppe riforme, troppi decreti legge che ingolfano tutto, e tante proposte sullo stesso tema. Anche se poi si arena tutto. In questo caso - sottolinea Gratteri - c'è da sperarci. Le norme di cui stiamo parlando sarebbero un gran regalo alle mafie».
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