domenica 24 novembre 2013

Chiesa e Ndrangheta

    A seguito della pubblicazione del  nuovo libro di Gratteri e Nicaso "Acqua santissima",si e' innescata una polemica tra Il magistrato della DDA di Reggio Calabria e l'Arcivescovo Fiorini Morosini.

    Credo che la  difficile battaglia contro la mafia,non possa consentire reticenze,dogma o a atteggiamenti riverenziali.

    Le storture e le ambiguità' vanno denunziate e questo certo,non per demolire ma per costruire.

    Ci sono Vescovi e Vescovi, Sacerdoti e Sacerdoti.

    Forte è la condanna, dell' Arcivescovo di Napoli, come quella di Monsignore Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, che con un decreto stabilisce che sia privato delle esequie ecclesiastiche, in tutta la Diocesi, chi è stato condannato penalmente per reati di mafia con sentenza definitiva, se prima della morte non abbia dato nessun segno di pentimento.

    La stessa cosa, purtroppo, non possiamo dire per tanti altri.

    In una terra, come la Calabria, per esempio, al di la della parole , non si è mai giunti a provvedimenti concreti di condanna e punizione nei riguardi della criminalità organizzata.

    Sono lontani i tempi in cui Monsignore Agostino, Arcivescovo di Cosenza, chiese la scomunica per i mafiosi, privando loro dei Sacramenti proibendo di seguire le Processioni.

    In questa regionr,invece, c'è chi consente i Sacramenti ai criminali, Parrocchie che da costoro vengono sovvenzionate, malavitosi che sorreggono Santi e Madonne nelle Processioni (cosiddetti Portatori della Stanga) che si tramandano di generazione in generazione il diritto di portare sulla propria spalla l'Immagine Sacra con l'assegnazione di un posto stabile e intoccabile.

    Il problema è che spesse volte quel "posto" viene occupato e tramandato da devoti con molteplici precedenti penali.

    Ci sono Santuari come quello di Polsi, dove, invece di chiuderle, si aprono le porte del Tempio alle famiglie di 'ndrangheta, senza esprimere alcuna condanna nei riguardi delle loro azioni criminali.

    E non si dica che non è' vero perché' nomi e cognomi vengono documentati nei filmati di Polizia e Carabinieri.

    C'è da dire che in questo Santuario si venera la Madonna della Montagna, ritenuta dagli uomini di 'ndrangheta la loro protettrice, perché Polsi è ritenuta per tradizione storica luogo dove avvengono le affiliazioni, le nomine e le riunioni dei Capi.

    Noi sappiamo, invece, che la Madonna non potrà mai essere protettrice di chi uccide e questo va ribadito, se è vero che esiste un Comandamento che vieta di uccidere.

    Redazione- Articolo 3-15 settembre- 2013- " "Un mafioso non è tale fino all'ultimo grado di giudizio, ma anche dopo è bene fare molta attenzione nel giudicare…" Così la' Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini."

    CON TUTTA LA BUONA FEDE CHE SI VOGLIA ATTRIBUIRE A QUESTE DICHIARAZIONI RITENGO CHE TALE MESSAGGIO IN UNA TERRA COME LA CALABRIA SIA DEVASTANTE! Occorrono dei provvedimenti concreti e fermi .

    Non sono ammissibili equivoci.

    La 'ndrangheta e' morte ,e' sangue e va condannata,emarginata,punita e combattuta.

    La Chiesa ha una grande forza aggregante e potrebbe fare tanto in un'azione sinergica con le altre agenzie educative.

    Mi auguro che questo avvenga.