Le deposizioni di Schiavone raccontano i traffici illeciti di rifiuti tossici in Campania, ma con riferimento anche alla Calabria. Diceva Il boss pentito: "la camorra e la mafia non potevano esistere se le istituzioni non avessero voluto l'esistenza dei clan". L'essenziale era il business.
Da qualche anno era uscito dal programma di protezione per i pentiti ed ora muore per improvvise complicanze dovute a un intervento, pare. La famiglia non sembra però esserne convinta.
Proprio della Calabria Schiavone ha continuato a parlare con la magistratura, con il procuratore Cafiero de Raho in particolare. Lo stesso che, avvisato dell'improvviso decesso da parte dei figli di Schiavone, ha immediatamente chiesto il sequestro dell'abitazione del pentito e dei suoi archivi.