La sera del 23 settembre 1985 veniva ucciso Giancarlo Siani, giornalista "precario" del Mattino, ma soprattutto "cronista libero" e "martire per la Verità". Insomma vero giornalista. Lo voglio ricordare da collega col suo ultimo articolo nel quale dimostra attenzione e sensibilità, andando a cercare dietro ai fenomeni criminali. Un articolo che sembra scritto oggi (il recente episodio del giovane Davide ucciso da un carabiniere) a conferma, purtroppo, dei colpevoli ritardi e delle ingiustificabili "dimenticanze". Rileggiamo insieme in particolare quando Giancarlo scrive "ragazzi, molto spesso bambini, già inseriti in un "giro" di droga. Per loro quale futuro? Se non diventano consumatori di eroina, se riescono a sopravvivere, è difficile che possano imboccare altre strade che non siano quelle dell'illegalità". Ma poi cerca l'elemento positivo, le mamme che dicono "basta con la droga", che chiedono strutture, "un aiuto per liberarsi dalla piovra". Ma anche le mancate risposte delle istituzioni. Questo 29 anni fa. Questo raccontava Giancarlo. "E io ti seguo" così lo prendevano in giro i colleghi, un po' scocciati dal suo attivismo. Lui è andato avanti, fino all'ultimo. E noi?
AM