lunedì 22 agosto 2016

"Il Mezzogiorno appare oggi un mondo a parte come in questi ultimi decenni non lo era mai stato: per l’assenza consolidata di ogni prospettiva di sviluppo, per gli elevatissimi tassi di disoccupazione, per il crollo demografico. Ma insieme per l’insediamento ormai egemone in molti ambiti delle organizzazioni malavitose (il solo suo aspetto che sembra capace di mettere radici altrove), per l’indice carente di tutti i servizi (dalla sanità alle comunicazioni), per le dimensioni e l’inefficienza delle sue burocrazie per la qualità disastrosa di quasi tutte le sue classi politiche, e infine per un’atmosfera sociale ancora dominata in pieno dal familismo, dai rapporti clientelari, dalla raccomandazione. Tutto ciò, sia chiaro, non già a causa di qualche malformazione genetica dei nostri concittadini di quelle regioni, ma a causa di una storia infelice caratterizzata da un’antica indigenza e da secoli delle più varie forme di malgoverno". E poi aggiunge:" L'Italia meridionale è condannata a una grigia autarchia antropologica, culturale e di modelli di vita. Una condanna che naturalmente, come sempre, colpisce i poveri ben più dei ricchi. I quali infatti, mandano, tutti, i figli a studiare altrove, e se si ammalano si precipitano a farsi ricoverare negli ospedali del Centro o del Nord".

Ernesto Galli della Loggia