Sono solo «secchiate di ipocrisia». È una sonora bocciatura per l'Ice Bucket Challange. E arriva da Mariangela Lamanna, vicepresidente del «Comitato 16 novembre» che raggruppa i malati di Sla in Italia, da anni in lotta contro i tagli costanti ai fondi per la non autosufficienza. «Di quelli che hanno partecipato — spiega Lamanna — l'unico che salvo è Jerry Calà, che ha messo online un bonifico da 1.000 euro. Ma capisco che faccia più comodo partecipare alla moda e farsi ritrarre con i capelli bagnati e, magari, il portafogli intonso. L'iniziativa sicuramente è partita bene — aggiunge — poi si è persa nei meandri della demagogia. Da anni ci battiamo per ricostituire il fondo per la non autosufficienza, che rimane avventizio e non strutturale, legato alla legge di stabilità, per avere quattro spiccioli dal governo. Gli ammalati di Sla sono abbandonati durante tutto l'anno, non vorrei che l'impegno di Renzi durasse solo il tempo di asciugarsi la camicia e che la doccia gelata arrivasse invece nelle case delle famiglie che accudiscono gli ammalati e ogni anno rischiano di vedersi revocare gli assegni di sostegno». Dello stesso avviso Federcontribuenti, associazione nazionale che sostiene da tempo la battaglia del «Comitato 16 novembre».«Mettiamo online anche le ricevute delle donazioni, non solo le secchiate»«Chi ha partecipato a questa catena di Sant'Antonio spettacolarizzata — spiega Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti — dovrebbe avere la cortesia di postare su Facebook e Twitter anche i bonifici che hanno accompagnato le secchiate.